FIVET: in calo il rischio di paralisi cerebrale infantile

Le tecniche di riproduzione assistita hanno aiutato molti genitori con problemi di fertilità a concepire e avere figli. In Europa circa l'8% delle nascite è frutto dell’utilizzo di queste tecniche. Diversi studi hanno dimostrato che questi bambini hanno un rischio maggiore di sviluppare paralisi cerebrale infantile rispetto a quelli concepiti naturalmente. Questo rischio, oggi, sempre stia diminuendo.

Tecnologie di riproduzione assistita e paralisi cerebrale infantile

La paralisi cerebrale infantile può essere causata da lesioni al cervello subite durante il parto o da uno sviluppo anomalo del cervello in utero. Questa condizione colpisce le principali funzioni motorie e può causare o contribuire all’esordio di molteplici sintomi e complicazioni correlate.

Individuare la causa primaria all’origine di un danno o di uno sviluppo cerebrale anomalo è tutt'altro che semplice; tuttavia, sono noti molti fattori di rischio associati alla paralisi cerebrale infantile. Tra questi, l’utilizzo di tecniche di riproduzione assistita utilizzate per il concepimento del bambino. Studi condotti circa quindici anni fa, infatti, hanno dimostrato che i bambini nati dopo trattamenti per la fertilità mostrano tassi più elevati di paralisi cerebrale infantile.

Uno studio del 2010, in particolare, ha esaminato circa 600.000 bambini nati tra il 1995 e il 2003. I ricercatori hanno osservato che i bambini nati con la fecondazione assistita hanno il doppio delle probabilità di subire paralisi cerebrale infantile rispetto ai bambini concepiti naturalmente. Il vero motivo, però, è da ricercare nel fatto che le tecniche di fecondazione assistita, in particolare la fecondazione in vitro che comporta il trasferimento di più embrioni, portano a un alto tasso di gravidanze gemellari o multiple: quasi la metà delle gravidanze ottenute con questa tecnica sono gemellari, rispetto a solo il 7% dei bambini concepiti naturalmente. Come è noto, le gravidanze gemellari hanno un aumentato rischio di complicazioni, nascita prematura e paralisi cerebrale infantile incluse. L’analisi delle nascite singole ottenute con la fecondazione assistita non ha mostrato un aumento del rischio di paralisi cerebrale infantile.

Il rischio di paralisi cerebrale infantile continua a scendere

Nonostante anche studi più recenti continuino a osservare un aumento della frequenza di casi di paralisi cerebrale infantile nei bambini nati con la fecondazione artificiale, il rischio sta progressivamente diminuendo, dallo 0,9% nel 1990 allo 0,3% del 2010. Il numero di bambini nati con paralisi cerebrale infantile dopo fecondazione in vitro è sceso da 8,5 a soli 2,8 ogni 1.000 nati vivi. Probabilmente la diminuzione è data dal fatto che molti genitori che utilizzano la fecondazione in vitro scelgono di effettuare il trasferimento di un solo embrione per evitare gravidanze gemellari o multiple.

I dati attuali, inoltre, mostrano che il rischio di paralisi cerebrale infantile è approssimativamente lo stesso per i gemelli nati tramite fecondazione in vitro e quelli concepiti naturalmente. Ciò dimostra che le nascite multiple in generale, più che l’utilizzo di tecniche di fecondazione artificiali, sono un fattore di rischio per la paralisi cerebrale infantile da tenere in considerazione.

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