Le lacerazioni vaginali durante il parto (perinatali) si verificano quando, durante il travaglio e il parto, i tessuti intorno alla zona perineale della madre subiscono lacerazioni a causa della forte pressione e forza esercitate dalla madre per spingere il bambino attraverso il canale del parto. Esistono quattro diversi gradi di lacerazione, a seconda della gravità della lesione. La macrosomia fetale (bambino di grandi dimensioni), la distocia della spalla e la primiparità sono alcuni dei fattori di rischio che possono aumentare la probabilità che si verifichino lacerazioni vaginali.
La rottura dell'utero è una rara complicanza della gravidanza in cui la parete dell'utero si lesiona aprendosi improvvisamente. Questo evento è estremamente pericoloso e può avere conseguenze significative sia sulla salute del bambino che della madre.
La rottura dell'utero si verifica nello 0,07% di tutte le gravidanze, generalmente nel sito della linea cicatriziale derivante da un precedente cesareo. Questa condizione è più frequente durante il travaglio ma può verificarsi anche prima durante la gravidanza. L’utilizzo del forcipe e la somministrazione non controllata di ossitocina sintetica aumentano di molto la probabilità che questa grave emergenza ostetrica avvenga.
La sindrome da trasfusione feto-fetale è una condizione che può manifestarsi nelle gravidanze gemellari (o multiple) monocoriali (placenta unica e condivisa). La sindrome si manifesta quando i vasi sanguigni dei cordoni dei gemelli si sviluppano creando connessioni anomale all’interno della placenta determinando un flusso di sangue non sufficiente in uno dei gemelli (gemello donatore) e troppo abbondante nell’altro (gemello ricevente). Di conseguenza, il gemello donatore può andare incontro a insufficienza renale, causa di oligoidramnios, mentre il ricevente può produrre quantità elevate di liquido amniotico o polidramnios, condizioni che possono causare gravi lesioni. Nel caso di decesso del gemello donatore, anche il ricevente rischia serie conseguenze. La diagnosi della sindrome avviene attraverso l’esame fisico (misura del livello del liquido amniotico, dimensioni fetali etc), mentre il trattamento consiste nell’amniocentesi (per diminuire il liquido amniotico) o nell’utilizzo della chirurgia laser.
L'emorragia sottocongiuntivale nel neonato consiste nella rottura di un vaso sanguigno nel bianco dell'occhio, condizione nota anche come “occhio rosso”. Questa innocua lesione può verificarsi nei neonati in seguito a traumi subiti durante il parto o a causa di pressione elevata esercitata per far nascere il bambino bloccato nel canale del parto. In ogni caso questa complicazione non necessita di alcun trattamento e guarisce spontaneamente nell’arco di due settimane.
Dopo la nascita del bambino, la madre deve espellere la placenta; se ciò non avviene naturalmente i medici devono intervenire per evitare infezioni molti gravi e potenzialmente fatali. Esistono tre tipologie di placenta ritenuta: placenta adherens, intrappolata e accreta. La rimozione può avvenire manualmente, con la somministrazione di farmaci o mediante intervento chirurgico. Nei casi più complessi può essere necessaria l’isterectomia.
La placenta e il cordone ombelicale sono organi temporanei essenziali per il passaggio di ossigeno e nutrienti dalla madre al bambino. Il corretto inserzione del cordone nella placenta è fondamentale perché questo sistema funzioni. Esistono, però, due condizioni in cui il cordone si attacca in modo anomalo. Una di queste, l’inserzione marginale del cordone, è particolarmente pericolosa poiché il cordone, attaccandosi lateralmente alla placenta, zona meno resistente e non in grado di sostenerlo correttamente, non consente un adeguato trasferimento dei nutrienti dalla madre al feto. Non esiste un trattamento indicato per questa complicazione; è essenziale, però, che venga diagnosticata il prima possibile per programmare il parto cesareo.
L’apporto di ossigeno al neonato è di vitale importanza, sia durante la gestazione che nel momento del parto, quando il bambino deve iniziare a respirare in modo autonomo nel passaggio tra la vita intra-uterina e quella extra-uterina. Il 90% dei neonati completa il passaggio alla respirazione autonoma senza alcun intervento medico, mentre il 10% dei nuovi nati può necessitare di una qualche forma di intervento. Per l’1% dei nati può essere necessaria la rianimazione neonatale, procedura costituita da 4 fasi delineate da precise linee guida.
Sebbene un'infezione da funghi in gravidanza possa essere piuttosto fastidiosa, in particolare durante il terzo trimestre, generalmente è innocua sia per la madre che per il bambino e può essere facilmente trattata con farmaci antifungini. Una serie di accortezze possono prevenire che l’infezione da funghi si presenti più volte in gravidanza.
L’epidurale è un metodo di somministrazione di un anestetico locale che addormenta la metà inferiore del corpo della partoriente per bloccare il dolore provato durante il travaglio e il parto. Gli effetti collaterali di questa pratica anestetica sono: abbassamento della pressione sanguigna, febbre, problemi di minzione, convulsioni, aumento del rischio di infezione, difficoltà respiratoria e danni ai nervi. L’epidurale non aumenta il rischio di parto cesareo ma può causare un leggero aumento di lesioni cerebrali fetali.
Molte delle lesioni alla nascita sono inevitabile poiché risultato di patologie congenite o anomalie dello sviluppo. Alcuni danni, invece, sono il risultato diretto di cure prenatali negligenti. È essenziale che la madre sia monitorata e assistita durante tutta la gravidanza rispettando gli appuntamenti programmati in ogni fase. L'assistenza prenatale è di natura strettamente preventiva ed effettuare tempestivamente la diagnosi di una eventuale complicazione è davvero l'unico obiettivo. Tra le condizioni che se non diagnosticate tempestivamente possono causare lesioni alla nascita troviamo: infezioni materne, macrosomia fetale, diabete gestazionale, distacco della placenta e altro.