Una donna su dieci soffre di diabete in gravidanza, o perché già diabetica o perché più predisposta per età o altre condizioni, come l’obesità. Il diabete gestazionale determina un innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue che può causare preeclampsia, nascita prematura, ipoglicemia neonatale e macrosomia fetale. La diagnosi e la gestione precoce del diabete gestazionale permettono di prevenire tutto ciò.
La paralisi cerebrale infantile può causare problemi di udito, di linguaggio e di vista, a seconda dell’area del cervello interessata dalla lesione. Questi disturbi, se diagnosticati e trattati precocemente, possono essere gestiti fornendo terapie e strumenti di ausilio. In caso di deficit uditivo è essenziale intervenire nei primi 3 anni di vita per non compromettere l’apprendimento e lo sviluppo del linguaggio del bambino. Nel caso di deficit visivo, è importante monitorare attentamente le capacità visive del bambino per intervenire il più precocemente possibile.
I bambini con paralisi cerebrale infantile spesso crescono più lentamente rispetto ai loro coetanei; questo avviene perché hanno disabilità motorie che rendono complesso il mangiare, il bere e il deglutire. Inoltre, svolgono meno attività fisica. Alcuni bambini, poi, manifestano spesso altri sintomi (come reflusso, stitichezza, patologie polmonari croniche etc) che ostacolano una corretta alimentazione. Strumenti o terapie, anche farmacologiche, possono essere utilizzate per alleviare i sintomi e permettere una corretta alimentazione.
Con il termine “paralisi cerebrale infantile” si indica un gruppo di disabilità causate dall’incapacità del cervello di controllare e gestire il movimento di alcune parti del corpo. Tale patologia è causata da una lesione cerebrale subita dal feto o dal bambino dopo la nascita. Tutti i bambini con paralisi cerebrale sono accomunati dalla manifestazione di qualche difficoltà motoria. Questa patologia non è una malattia genetica, non è progressiva, né mortale.
Dopo la nascita, ottenere una diagnosi precoce di paralisi cerebrale infantile è fondamentale per permettere di massimizzare le capacità motori del bambino colpito da questa disabilità. Una serie di test valutativi permette di elaborare una diagnosi di paralisi cerebrale infantile sia nei neonati che nei bambini più grandi. Più precoce è la diagnosi, maggiori sono gli interventi terapeutici che possono essere offerti al bambino e i supporti che possono essere offerti ai genitori. L’osservazione di eventuali contratture, la valutazione della motricità fine, così come della motricità generale, permettono di fornire una corretta diagnosi, così come di indicare gli interventi terapeutici più opportuni. In alcuni casi, possono essere eseguiti anche test genetici per evidenziare eventuali mutazioni correlate alla paralisi cerebrale infantile.
“Paralisi cerebrale infantile” è un termine per indicare diversi tipi di disturbi motori causati nel feto o nel neonato da una lesione del cervello in via di sviluppo. La paralisi cerebrale infantile può essere di diversi tipi (spastica, discinetica, atassica e mista) a seconda del disturbo motorio che caratterizza il paziente. La lesione iniziale del cervello in via di sviluppo può influenzare anche regioni del cervello deputate al controllo di altre funzioni oltre che quelle motorie, rendendo la condizione del bambino più complessa.
L’anemia (basso numero di globuli rossi) può essere causata anche dalla carenza da acido folico, una vitamina del gruppo B fondamentale per la formazione dei globuli rossi. L’acido folico è essenziale soprattutto nelle donne in gravidanza poiché una sua mancanza può causare diabete gestazionale e difetti congeniti, anche gravi, nel nascituro, spina bifida e anencefalia incluse. L’assunzione di acido folico continua e regolare della futura madre, sia prima che durante la gravidanza, previene danni gravi nel feto e nel neonato.
La mancata chiusura del tubo neurale anteriore, che generalmente avviene entro la 4a settimana di gravidanza, può causare nel nascituro difetti congeniti importanti, anencefalia inclusa. Questa grave patologia è quasi sempre fatale per il feto e può provocare anche aborto spontaneo e natimortalità. Le cause dell'anencefalia sono del tutto sconosciute; in alcuni casi si ritiene sia correlata ad anomalie genetiche o cromosomiche o che alcuni fattori ambientali possano avere un ruolo; a oggi l’unico fattore di rischio certamente correlato all’anencefalia è la carenza nella madre di acido folico durante le prime fasi della gravidanza. Nel neonato l’anencefalia è facilmente diagnosticabile; in gravidanza, invece, sono necessari numeri esami ematici e strumentali. Per ridurre il rischio di anencefalia è opportuno che la madre assuma integratori vitaminici che forniscano il giusto apporto di acido folico, soprattutto prima e durante le fasi iniziali della gravidanza.
In caso di sospetta lesione cerebrale nel neonato, l’esecuzione di scansioni cerebrali è fondamentale per una tempestiva diagnosi e un opportuno trattamento. Spesso per caratterizzare con precisione un danno cerebrale subito alla nascita è necessario eseguire più di una scansione poiché la lesione può evolvere nel tempo con gravi conseguenze nel bambino. La risonanza magnetica è generalmente lo strumento diagnostico più valido per valutare l'entità del danno cerebrale della sostanza bianca mentre l’ecografia cerebrale permette di diagnosticare con tempestività le emorragie cerebrali.
In caso di gravidanza ad alto rischio il parto può essere anticipato per prevenire lesioni alla nascita o danni alla madre. La gravidanza è definita ad alto rischio in caso di anomalie placentari, obesità, diabete, ipertensione, infezioni sessualmente trasmissibili, gravidanze multiple e altro. Esistono numerose linee guida che forniscono indicazioni su quando e come far nascere bambini in caso di complicazioni materne e ferali. In presenza di particolari rischi il parto può essere anche programmato; ciò consente la somministrazione di farmaci in utero necessari per tutelare la salute del bambino e permette, inoltre, di avere il tempo necessario per disporre di trattamenti medici salvavita. La pianificazione è quindi fondamentale per garantire la presenza di personale specializzato e attrezzature mediche e farmaci sufficienti per prendersi cura adeguatamente della madre e del bambino.