Paralisi cerebrale infantile: diagnosi precoce
Dopo la nascita, ottenere una diagnosi precoce di paralisi cerebrale infantile è fondamentale per permettere di massimizzare le capacità motori del bambino colpito da questa disabilità. Una serie di test valutativi permette di elaborare una diagnosi di paralisi cerebrale infantile sia nei neonati che nei bambini più grandi. Più precoce è la diagnosi, maggiori sono gli interventi terapeutici che possono essere offerti al bambino e i supporti che possono essere offerti ai genitori. L’osservazione di eventuali contratture, la valutazione della motricità fine, così come della motricità generale, permettono di fornire una corretta diagnosi, così come di indicare gli interventi terapeutici più opportuni. In alcuni casi, possono essere eseguiti anche test genetici per evidenziare eventuali mutazioni correlate alla paralisi cerebrale infantile.

Paralisi cerebrali infantili: classificazione

Paralisi cerebrali infantili: classificazione
“Paralisi cerebrale infantile” è un termine per indicare diversi tipi di disturbi motori causati nel feto o nel neonato da una lesione del cervello in via di sviluppo. La paralisi cerebrale infantile può essere di diversi tipi (spastica, discinetica, atassica e mista) a seconda del disturbo motorio che caratterizza il paziente. La lesione iniziale del cervello in via di sviluppo può influenzare anche regioni del cervello deputate al controllo di altre funzioni oltre che quelle motorie, rendendo la condizione del bambino più complessa.
Carenza di acido folico e difetti congeniti
L’anemia (basso numero di globuli rossi) può essere causata anche dalla carenza da acido folico, una vitamina del gruppo B fondamentale per la formazione dei globuli rossi. L’acido folico è essenziale soprattutto nelle donne in gravidanza poiché una sua mancanza può causare diabete gestazionale e difetti congeniti, anche gravi, nel nascituro, spina bifida e anencefalia incluse. L’assunzione di acido folico continua e regolare della futura madre, sia prima che durante la gravidanza, previene danni gravi nel feto e nel neonato.

Anencefalia: cause e prevenzione

La mancata chiusura del tubo neurale anteriore, che generalmente avviene entro la 4a settimana di gravidanza, può causare nel nascituro difetti congeniti importanti, anencefalia inclusa. Questa grave patologia è quasi sempre fatale per il feto e può provocare anche aborto spontaneo e natimortalità. Le cause dell'anencefalia sono del tutto sconosciute; in alcuni casi si ritiene sia correlata ad anomalie genetiche o cromosomiche o che alcuni fattori ambientali possano avere un ruolo; a oggi l’unico fattore di rischio certamente correlato all’anencefalia è la carenza nella madre di acido folico durante le prime fasi della gravidanza. Nel neonato l’anencefalia è facilmente diagnosticabile; in gravidanza, invece, sono necessari numeri esami ematici e strumentali. Per ridurre il rischio di anencefalia è opportuno che la madre assuma integratori vitaminici che forniscano il giusto apporto di acido folico, soprattutto prima e durante le fasi iniziali della gravidanza.
Valutazione del danno cerebrale neonatale e del rischio di ritardi nello sviluppo
In caso di sospetta lesione cerebrale nel neonato, l’esecuzione di scansioni cerebrali è fondamentale per una tempestiva diagnosi e un opportuno trattamento. Spesso per caratterizzare con precisione un danno cerebrale subito alla nascita è necessario eseguire più di una scansione poiché la lesione può evolvere nel tempo con gravi conseguenze nel bambino. La risonanza magnetica è generalmente lo strumento diagnostico più valido per valutare l'entità del danno cerebrale della sostanza bianca mentre l’ecografia cerebrale permette di diagnosticare con tempestività le emorragie cerebrali.
Parto anticipato per gravidanze ad alto rischio
In caso di gravidanza ad alto rischio il parto può essere anticipato per prevenire lesioni alla nascita o danni alla madre. La gravidanza è definita ad alto rischio in caso di anomalie placentari, obesità, diabete, ipertensione, infezioni sessualmente trasmissibili, gravidanze multiple e altro. Esistono numerose linee guida che forniscono indicazioni su quando e come far nascere bambini in caso di complicazioni materne e ferali. In presenza di particolari rischi il parto può essere anche programmato; ciò consente la somministrazione di farmaci in utero necessari per tutelare la salute del bambino e permette, inoltre, di avere il tempo necessario per disporre di trattamenti medici salvavita. La pianificazione è quindi fondamentale per garantire la presenza di personale specializzato e attrezzature mediche e farmaci sufficienti per prendersi cura adeguatamente della madre e del bambino.

Sofferenza fetale: segni e corretta gestione

sofferenza fetale: segni e corretta gestione
Una possibile complicazione della gravidanza, del travaglio o del parto è la sofferenza fetale, condizione in cui il bambino subisce privazione di ossigeno manifestata con cambiamenti nella frequenza cardiaca fetale, diminuzione dei movimenti e meconio nel liquido amniotico. Le cause della sofferenza fetale includono un livello anomalo di liquido amniotico, anomalie placentari, emorragie vaginali e altro. È opportuno che, soprattutto in caso di gravidanze ad alto rischio, i medici monitorino attentamente lo stato di salute della madre e del bambino e, in caso di sofferenza fetale, intervengano con il parto cesareo d’urgenza.
Scosse epilettiche nel neonato e lesioni durante il parto
Le scosse epilettiche nel neonato / convulsioni neonatali, che si verificano subito dopo il parto o nei giorni successivi, sono spesso sintomi di una lesione alla nascita. Generalmente si manifestano con movimenti incontrollati e convulsi e devono essere prontamente diagnosticate e trattate poiché, oltre a essere sintomo di una lesione cerebrale, possono aggravare una condizione preesistente o causare ulteriori danni.
Bambino in terapia intensiva neonatale: dieci consigli per i genitori
Per i genitori è spesso complesso affrontare e saper gestire il ricovero nell’unità di terapia intensiva del proprio neonato. Cercare di creare un contatto fisico con il proprio bambino, stabilire con lui un legame, chiedere aiuto e assistenza nei momenti di difficoltà, stringere relazioni con genitori che hanno affrontato o che stanno vivendo la stessa situazione e molte altre indicazioni possono essere utili per gestire al meglio momenti così dolorosi e complessi.
Basso peso alla nascita, parto notturno e lesioni perinatali
Uno studio recente condotto tra i pazienti pediatrici ricoverati in 107 unità di terapia intensiva sparse in tutto il mondo, ha identificato le cause e la prevalenza di alcune condizioni neurologiche rispetto ad altre. Le cause che determinano condizioni neurologiche nei bambini (in ordine di prevalenza) possono essere: arresto cardiaco, lesione cerebrale traumatica, infezione o infiammazione cerebrale (particolarmente frequente in Sud America, Asia e Africa), tumore cerebrale e ictus. A volte gli errori medici cono all’origine di questi gravi disturbi neurologici.

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