Ventosa ostetrica

È fondamentale che il ginecologo si attenga ai protocolli per l’utilizzo della ventosa ostetrica, ossia che la utilizzi solo se sia presente una specifica indicazione ostetrica e seguendo precise linee guida

Il modello originario di ventosa ostetrica, dal quale sono stati ventosa-ostetricasviluppati tutti i modelli successivi, era costituito da coppa metallica di 3/6 cm circa di diametro collegata ad un tubo aspirante. All’estremità opposta della coppa vi era una catenella con una maniglia, per facilitare la presa. Nel 1992 il numero di parti con ventosa ha superato quello dei parti con forcipe e, nel 2000, circa due terzi dei parti vaginali operativi (parti vaginali mediante l’uso di strumenti) è avvenuto con ventosa.

Indicazioni e controindicazioni all'uso della ventosa

Il parto con ventosa può essere tentato solo quando sia presente una specifica condizione ostetrica, sebbene non esista una indicazione in assoluto. Le principali indicazioni per il parto con ventosa sono le seguenti:

  • Seconda fase del travaglio è prolungata
  • Condizione fetale non rassicurante
  • Presenza di una condizione o malattia materna per cui spingere troppo potrebbe essere rischioso (ad esempio in presenza di malattie cardiologiche o neurologiche della gestante)
  • La mamma è esausta

Vi sono, altresì, molte condizioni in cui il parto con ventosa non deve assolutamente essere intrapreso. Fra le controindicazioni al parto con ventosa sono incluse le seguenti:

  • Età gestazionale del bambino al di sotto delle 34 settimane
  • Tentato piazzamento di elettrodi sullo scalpo, dal momento che queste procedure aumentano il rischio di cefaloematoma (emorragia sotto la pelle della testa) o di emorragie da ferite sullo scalpo
  • Malattia della demineralizzazione ossea fetale, malattie dei tessuti connettivi, diatesi emorragica fetale e sospetta sproporzione cefalo-pelvica

La ventosa viene applicata sulla testa del feto e il medico, durante una delle contrazioni, mentre la mamma spinge, esercita una trazione per estrarre il bambino. La madre viene messa in posizione litotomica e assiste alla procedura spingendo. La ventosa esercita una suzione per far aderire la pelle del cranio. Il posizionamento corretto della ventosa direttamente sul punto di flessione (il centro della testa) a circa 3 cm dalle fontanelle, è fondamentale per il successo dell’estrazione. Inoltre il collo dell’utero deve essere completamente dilatato e la testa del feto deve essere impegnata nel canale del parto.
È fondamentale che il ginecologo si attenga ai protocolli per l’utilizzo della ventosa ostetrica, ossia che la utilizzi solo se sia presente una specifica indicazione ostetrica e seguendo precise linee guida:

  • Il posizionamento della coppa deve essere corretto. La coppa posizionamento-ventosa-ostetricadeve essere posizionata sul punto di flessione. Il disallineamento della coppa provoca una deflessione o asimmetria cranica nel momento della trazione.Tale circostanza, caratterizzata da una parte più ampia della testa (aumento del diametro cranico) che si ‘presenta’ nel canale del parto, èassociata ad un più alto tasso di trauma dello scalpo. Se la coppa si stacca, si possono verificare lesioni. Pertanto, prima di riposizionare la coppa, è necessario esaminare lo scalpo per verificare che non vi siano lesioni.
  • Il ginecologo deve sapere quando è il momento giusto per abbandonare la procedura. I medici devono poter abbandonare la procedura del parto con ventosa e procedere con il parto cesareo in modo tempestivo quando il parto vaginale non progredisce normalmente. Anche se spesso si tende atentare di completare il parto vaginale nonostante il suo mancato progresso e /o distacchi della coppa, è essenziale far nascere il bambino dall’addome con taglio cesareo quando il bambino non sia facilmente partorito con l’assistenza della ventosa. Un parto vaginale non completato con ventosa difficilmente progredisce in un parto spontaneo con il tempo e aumenta notevolmente il rischio di lesioni o morte. In caso di fallimento delparto con ventosa, l’utilizzazione del forcipe è assolutamente NON indicato e lo standard da seguire è il parto cesareo. Il parto con ventosa riesce quando la coppa viene applicata correttamente, la tecnica di trazione è appropriata, la posizione del cranio è flessa e favorevole (il bambino è pronto a fuoriuscire) nel momento dell’applicazione, il modello di coppa è appropriato e vi è assenza di sproporzione cefalo-pelvica.
  • Quando il bambino è nella posizione occipitale anteriore (la testa posizionata nelle pelvi leggermente decentrata), è necessaria solo una lieve trazione e si dovrebbe usare una coppa morbida a forma di campana. Con le coppe morbide si ha un’incidenza minore di lesioni. La coppa a forma di fungo rigida viene usata per parti che necessitano una maggiore trazione.
  • Quando il bambino è nella posizione occipitale posteriore (il bambino ha il viso rivolto in avanti e la schiena appoggiata più che altro sulla spina dorsale materna e la testa posta sull’osso sacro) si deve usare una coppa rigida con stelo rigido disegnata appositamente per questo tipo di posizione.
    Una lieve trazione lungo l’asse della curva pelvica (in basso e poi in alto) in concomitanza con le spinte materne è la tecnica più appropriata. Lo scalpo del bambino può subire lesioni se la maniglia viene ruotata per ruotare la testa.
  • Le procedure con ventosa devono essere limitate alle seguenti condizioni:
    • Tre contrazioni per la fase di discesa (la parte della procedura dal momento dell’applicazione della coppa fino a quando la testa fetale non discende nello bacino)
    • Tre contrazioni per la fase di estrazione / espulsione
    • Massimo 2-3 casi di distacco della coppa
    • Un tempo totale di 15-30 minuti. Per tempo totale s’intende dall’inizio della procedura fino alla fuoriuscita del bambino.

Danni causati da ventosa ostetrica

È responsabilità del medico informare la mamma sui rischi associate al parto con ventosa. Inoltre il medico deve assicurarsi che lo strumento venga usato in modo appropriato e che la mamma e il bambino siano monitorati sia durante il parto che dopo.
È fondamentale seguire i protocolli di utilizzo per

Lesioni-causate-da-ventosa-ostetricatutta la durata dell’uso della ventosa. Se il medico ha una tecnica scarsa o usa la coppa sbagliata il bambino potrebbe subire danni permanenti. Non si deve assolutamente ruotare il collo o la testa, non bisogna tirare eccessivamente e per più di 10-15 minuti. Un uso improprio della ventosa può determinare i segienti danni:

  • Fratture del cranio
  • Emorragie della retina
  • Lesione del plesso brachiale / paralisi ostetrica. Si verifica quando il plesso brachiale (il gruppo di nervi relativi al movimento delle braccia e delle mani) subisce lesioni. Si verifica di frequente per parti dove è presente la distocia della spalla (difficoltà nel partorire le spalle del bambino). La conseguenza di questo tipo di lesione è che il bambino non riesce a ruotare bene o flettere il braccio. A volte la lesione si risolve da sé, tuttavia. Se, invece, viene lacerato il nervo, ne risulta un danno permanente.
  • Emorragie cerebrali nel neonato. Una grave complicazione del parto con ventosa è l’emorragia subgaleale del cervello(emorragia nello spazio fra lo scalpo e il cranio). Tale condizione mette a rischio la vita del bambino e ha un’incidenza di mortalità del 20%. Circa il 90% delle emorragie subgaleali possono essere attribuite all’uso della ventosa. Questo tipo di emorragia può verificarsi quando viene usata una trazione eccessiva, un’applicazione prolungata della coppa o se, contrariamente alle linee guida da seguire nell’uso della ventosa, viene usato anche il forcipe. Spesso l’emorragia subgaleale provoca danni neurologi e paralisi cerebrale.
  • Paralisi cerebrale infantile, convulsioni e altre forme di danni al cervello.

Ventosa ostetrica e malasanità

E ‘indispensabile che il bambino sia monitorato molto attentamente durante il travaglio e il parto. La ventosa può essere utilizzata solo in presenza di precise indicazioni ostetriche. A causa del rischio di lesioni gravi, è fondamentale che il medico abbia esperienza nella tecnica di estrazione con ventosa e segua tutti gli standard di cura. La mancata osservanza di linee guida e standard di cura è negligenza. Se tale negligenza causa a lesioni nel bambino, i suoi genitori avranno il diritto a chiedere il risarcimento dei danni subiti da lui e dalla sua famiglia.

Danni risarcibili in caso di lesioni permanenti al neonato

Se, a causa di errori nella diagnosi o nel trattamento della placenta previa, il tuo bambino ha subito una lesione cerebrale di tipo permanente, saranno risarcibili i seguenti danni:

  • Danno alla salute del bambino: in considerazione del fatto che i bambini affetti da lesioni cerebrali permanenti hanno gradi di invalidità elevatissimi, il danno avrà spesso un importo vicino o pari al massimo liquidabile in base alle tabelle sul risarcimento del danno
  • Danno alla salute dei genitori: il danno alla salute subito da genitori comprende il danno psico-fisico ed alla vita di relazione, il pregiudizio alla carriera professionale e il danno alla sfera sessuale (rifiuto psicologico alla procreazione)
  • Danno economico del bambino (perdita della capacità di produrre reddito): si tratta della perdita della capacità di produrre reddito da parte del soggetto affetto dalla condizione menomativa. L’importo di tale danno sarà pari alla retribuzione che il soggetto avrebbe potuto percepire nel corso della sua vita lavorativa se non fosse stato affetto dalla lesione
  • Danno economico dei genitori (spese future per la cura ed assistenza del figlio): si tratta delle spese per cure ed assistenza che la famiglia del bambino dovrà sostenere durante tutta la vita del bambino. Tale danno raggiunge importi spesso maggiori della somma dei danni alla salute e del danno economico del bambino.

Cosa fare in caso di danni da malasanità al neonato

Se al tuo bambino ha subito lesioni durante un parto con ventosa ostetrica, contatta lo studio legale GRDLEX per una consulenza gratuita inviando il nostro modulo online. I nostri avvocati specializzati in lesioni perinatali o neonatali, con l’assistenza dei medici specialisti del nostro staff (ginecologi o neonatologi), ti diranno se i danni subiti dal tuo bambino siano stati la conseguenza di un errore del ginecologo. In caso affermativo, ti faranno ottenere il giusto risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal tuo bambino e dalla tua famiglia.

Importante: tutta la procedura non ha alcun costo. Dovrai pagarci solo se e quando otterrai il risarcimento.

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