Cos'è il progesterone?
Il progesterone è un ormone steroideo prodotto dal corpo che contribuisce a facilitare la gravidanza nelle donne. Durante la fase iniziale della gravidanza il progesterone aiuta l’utero a crescere e ne arresta le contrazioni. Se l’utero si contrae in questa fase possono avvenire aborti spontanei o parti prematuri. In fasi successive della gravidanza il progesterone favorisce lo sviluppo delle mammelle e la produzione di latte e aiuta i polmoni a lavorare in modo che il feto sia sempre provvisto di ossigeno. La rimozione di progesterone (sia dalle ovaie che tramite la somministrazione di farmaci che inibiscano la produzione di progesterone) induce un aborto prima della 7ma settimana di gestazione. Il travaglio – sia a termine che prematuro- è associato a una interruzione funzionale della produzione di progesterone nell’utero.
Un travaglio prematuro può causare un parto prematuro, e una quantità di complicazioni fra le quali sono incluse la paralisi cerebrale, emorragie cerebrali, infezione, encefalopatia ipossico-ischemica e setticemia. Il termine di una gravidanza normale è fra la 38ma e 42ma settimana. Un bambino è prematuro quando nasce prima della 37ma settimana. I nati prematuri sono maggiormente soggetti a complicazioni durante e dopo il parto in conseguenza del fatto che i loro polmoni e organi ed il loro sistema immunitario non sono ancora completamente sviluppati. Per evitare possibili complicazioni, i medici devono tentare in tutti i modi di evitare il parto prematuro. La gravidanza dovrebbe essere prolungata fino a quando il bambino non sia a termine o vicino al termine, dandogli la possibilità di svilupparsi completamente. Una terapia per la prevenzione del parto prematuro consiste nella somministrazione di progesterone per via vaginale, tramite iniezioni o per via orale tramite pillole.
Studi scientifici hanno evidenziato che la somministrazione di progesterone riduce drasticamente il rischio di parto prematuro in donne con collo dell’utero corto o che hanno avuto già parti prematuri spontanei (non indotti dal medico).
Fattori di rischio di parto prematuro
Fra i fattori che mettono una donna a rischio di parto prematuro sono inclusi i seguenti:
- Precedente parto prematuro
- Collo dell’utero incompetente
- Gravidanza gemellare
- Sintomi del travaglio come contrazioni o collo dell’utero che inizia a dilatarsi
- Rottura del sacco amniotico
- Infezioni nella madre, come infezioni delle vie urinarie, vaginosi batterica, infezione da streptococco del gruppo B, e virus dell’herpes simplex
- Anomalie uterine
- Ipertiroidismo
- Malattie dei reni
- Abuso di sostanze stupefacenti o alcol
- Malnutrizione
- Malattie croniche come pressione alta e diabete
Collo dell'utero corto
Il collo dell’utero corto è l’elemento più evidente per prevedere un parto prematuro. Viene consigliata la misurazione del collo dell’utero a tutte le donne fra la 19ma e 24ma settimana di gravidanza. Se una donna incinta ha già avuto un parto prematuro il medico che la segue dovrebbe monitorare con attenzione la lunghezza del collo dell’utero tramite ecografia ogni 2 settimane tra la 15ma e la 26ma settimana di gravidanza. Il collo dell’utero viene considerato corto quando misura 25 millimetri o meno prima della 24ma settimana di gravidanza.
Fra i fattori di rischio per il collo dell’utero corto sono inclusi:
- Precedenti interventi di dilatazione e raschiamento
- Diagnosi di incompetenza del collo dell’utero
- Precedente prematura rottura delle membrane
- Biopsia del collo dell’utero per rimuovere cellule cancerogene o a scopo diagnostico (conizzazione)
- Trauma da un parto precedente che ha causato una lacerazione del collo dell’utero
- Aborti multipli o in tarda gravidanza
- Anomalie uterine
- Esposizione intrauterina al farmaco dietilstilbestrolo
Terapia con progesterone
La terapia con progesterone ha l’effetto di favorire uno stato di ‘riposo’ dell’utero (senza contrazioni) e di evitare, di conseguenza, il parto prematuro.
Alle donne con una gravidanza singola che hanno avuto un precedente parto prematuro singolo o gemellare si consiglia la seguente terapia: iniezioni intramuscolari di progesterone nel secondo trimestre (dalle 16ma alla 20ma settimana) fino alla 36masettimana di gestazione. Alcuni medici consigliano questa terapia a donne con gravidanza gemellare che hanno avuto un precedente parto prematuro, ma questo è controverso. Per donne (con gravidanza singola o gemellare) che presentano un accorciamento del collo dell’utero a metà trimestre (20 millimetri o meno prima della 24ma settimana) e nessun parto prematuro precedente si consiglia quanto segue: progesterone per via vaginale fino alla 36ma settimana. Fra le opzioni ci sono le supposte, il gel, o la pasticca. La ricerca ha dimostrato che per le donne con il collo dell’utero corto la terapia al progesterone è efficace quanto il cerchiaggio.
Per riassumere le raccomandazioni sono le seguenti:
Caso | Terapia al progesterone consigliata? |
---|---|
Gravidanza singola, precedente parto singolo prematuro spontaneo, collo dell’utero di lunghezza normale. | Si |
Gravidanza singola, precedente parto gemellare prematuro spontaneo, collo dell’utero di lunghezza normale | Possibilmente si |
Gravidanza singola, nessun precedente parto prematuro spontaneo, collo dell’utero corto (≤20 mm) | Si |
Gravidanza multipla senza parti precedenti prematuri collo dell’utero di lunghezza normale | No |
Gravidanza gemellare, precedente parto prematuro | Possibilmente si |
Gravidanza gemellare, collo dell’utero corto | Possibilmente si |
Precedente rottura premature delle membrane (acque) | No |
Esame della fibronectina fetale positivo | No |
Parto non avvenuto dopo un episodio di travaglio prematuro | Incerto |
Sebbene donne che abbiano avuto parti prematuri causati dalla rottura premature delle membrane (rottura delle acque) abbiano dimostrato risultati positivi dalla terapia al progesterone, la terapia stessa non si è dimostratatale in donne che presentano una rottura prematura delle membrane in gravidanze successive.
Terapia con progesterone: effetti collaterali e controindicazioni
Gli effetti collaterali minori della terapia al progesterone sono collegati alla via di somministrazione ed includono reazioni nel sito dell’iniezione, irritazione vaginale o perdite. Il progesterone per via orale può indurre stanchezza e affaticamento e mal di testa. Il progesterone non è indicato nelle donne che hanno malattie alle arterie, malattie al fegato e emorragie vaginali non diagnosticate.
Progesterone e malasanità
Se una donna è a rischio di travaglio e parto prematuro e/o collo dell’utero corto, è fondamentale per il medico monitorare con attenzione la mamma e il bambino e fare di tutto per evitare il parto prematuro e le sue conseguenze potenzialmente devastanti. La terapia al progesterone riduce significativamente il rischio di travaglio prematuro in varie situazioni. L’errore del medico nel diagnosticare il collo dell’utero corto o nel valutare con attenzione precedenti parti prematuri della donna, è un’ipotesi di negligenza. Anche l’omissione nel prescrivere il progesterone, nei casi in cui la relativa terapia dovrebbe invece essere effettuata, potrebbe costituire un caso di negligenza medica. Se questa negligenza causa lesioni al neonato, lo staff medico che ha assistito al parto sarà tenuto al risarcimento del danno.
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