La preeclampsia nota anche come getsosi e tossemia gravidica è caratterizzata dalla presenza nella gestante di sintomi quali proteinuria (eccessive proteine nelle urine dopo la 20ma settimana di gestazione) o ipertensione (alta pressione sanguigna).
Se non viene curata, la condizione può progredire in eclampsia, una sindrome potenzialmente letale caratterizzata da convulsioni.
La preeclampsia o gestosi diventa grave nel 25% dei casi e può determinare, nella madre, insufficienza epatica e renale, trombosi e lesioni al sistema nervoso centrale.
Nel nascituro può comportare lesioni gravi durante il parto conseguenti a distacco della placenta, mancanza di ossigeno e parto prematuro.
Cause di preeclampsia
Inizialmente si pensava che la preeclampsia fosse causata da una tossina presente nel sangue della madre (di qui il nome di tossemia).
Sebbene ora si sia a conoscenza del fatto che questa teoria non è corretta, ancora non si conoscono le cause della preeclampsia (gestosi).
Alcune condizioni che vengono considerate possibili cause di preeclampsia (gestosi) sono:
- Insufficiente flusso sanguigno nell’utero
- Danni ai vasi sanguigni
- Problemi al sistema immunitario
- Predisposizione genetica
- Malnutrizione
Le seguenti condizioni potrebbero incrementare il rischio di preeclampsia:
- Prima gravidanza o prima gravidanza con un nuovo partner (la gestosi colpisce il 2-6% di mamme sane alla prima gravidanza)
- Gestosi o preeclampsia durante una gravidanza precedente o in famiglia (se la madre ha già avuto questa malattia, ha il 25%-50% di possibilità di averla di nuovo in gravidanze successive)
- Età della gestante superiore a 35 anni o inferiore a 20
- Gravidanza gemellare
- Ipertensione, malattie ai reni, emicranie, diabete, artrite reumatoide, lupus prima della gravidanza
- Obesità
- Intervallo prolungato tra una gravidanza e l’altra
- Insufficienza di vitamina D
- Livelli alti di alcune proteine
Diagnosi della preeclampsia
La preeclampsia (o gestosi) viene diagnosticata con la esecuzione, durante la gravidanza, di esami di routine come misurazione della pressione e gli esami delle urine.
Una pressione superiore a 140/90 viene considerata anomala. In genere si effettua un’ulteriore misurazione della pressione dopo sei ore. Se anche questa misurazione è anomala è molto probabile che sia presente la condizione di preeclampsia (o gestosi) anche se è necessario effettuare misurazioni successive e l’esame dei livelli di proteine nelle urine per averene una definitiva conferma.
Altri esami che il medico potrebbe prescrivere sono analisi del sangue per verificare il funzionamento del fegato e dei reni, ulteriori esami delle urine per verificare la gravità della preeclampsia, un’ecografia al feto e un profilo biofisico per verificare che il bambino riceva abbastanza ossigeno e nutrimento.
Sintomi della preeclampsia
Oltre alla presenza di proteine nelle urine, i sintomi della preeclampsia (o gestosi) includono:
- Edema (gonfiore nelle mani e nel viso)
- Incremento rapido del peso a causa di un incremento dei liquidi nel corpo
- Dolori addominali (soprattutto sul lato destro)
- Forti emicranie
- Riflessi ritardati
- Minzione ridotta o assente
- Vertigini
- Vomito e nausea
- Vista offuscata
A volte la preeclampsia è presente senza alcun sintomo identificabile. E’ importante che tutte le donne incinta vengano sottoposte regolarmente dal proprio ginecologo a misurazione della pressione ed esame delle urine al fine di riscontrare eventuali anomalie indici di gestosi.
Trattamento della preeclampsia (o gestosi)
Sfortunatamente la gestosi o preeclampsia è una malattia che non si può curare e continua fino alla nascita del bambino.
In genere si ricorre al parto indotto o al cesareo se la gravidanza è oltre la 34º settimana di gestazione. Prolungare la gravidanza potrebbe avere effetti negativi sulla madre e non porterebbe benefici al bambino.
Se la preeclampsia è lieve e il bambino non è ancora a termine il medico prescrive alla gestante:
- Riposo a letto, sdraiata il più possibile sul lato sinistro per ridurre il peso sul bambino e sui principali vasi sanguigni
- Visite neonatali e monitoraggi più frequenti
- Una dieta iposodica e iperproteica
- Di bere almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno
Nei casi gravi di preeclampsia il medico potrebbe prescrivere anche farmaci per ridurre la pressione associati a riposo a letto o ricovero in ospedale, un cambio di dieta e delle iniezioni di steroidi che aiutino i polmoni del bambino a svilupparsi più in fretta.
Conseguenze gravi associate alla preeclampsia
Le complicazioni della preeclampsia includono:
- Flusso sanguigno alla placenta ridotto. Dal momento che la preeclampsia può causare una compressione dei vasi sanguigni, il bambino potrebbe ricevere meno ossigeno e nutrimento con conseguenze come rallentatamento della crescita, peso basso alla nascita, parto prematuro e difficoltà respiratorie per il neonato. La preeclampsia è una delle cause principali del parto prematuro che, a sua volta, è associato a gravi complicazioni che includono la paralisi cerebrale infantile, difficoltà d’apprendimento, convulsioni, problemi alla vista e all’udito.
- Distacco della placenta. La preeclampsia aumenta il rischio di distacco della placenta. Questo avviene quando la placenta si distacca dalla parete uterina interna prima del parto causando gravi emorragie e danni alla placenta che mette a rischio di morte sia la madre che il bambino. Un parto cesareo d’emergenza è il metodo più sicuro e più rapido per far nascere il bambino ed evitare il rischio di asfissia di nascita (encefalopatia ipossico ischemica).
- Sindrome di HELLP. HELLP sta per emolisi (Hemolysis), aumento degli enzimi epatici (Elevated Liver enzymes) e bassa conta piastrinica (Low Platelet count). I sintomi della sindrome di HELLP includono nausea e vomito, emicrania e dolori addominali. Questa sindrome è particolarmente pericolosa perché può sorgere prima dei sintomi della preeclampsia.
- Eclampsia. Quando la preeclampsia non è tenuta sotto controllo si può sviluppare l’eclampsia (preeclampsia con convulsioni). L’eclampsia può causare danni permanenti agli organi vitali (cervello, fegato e reni). Se non viene curata può causare coma, danni al cervello e la morte sia della madre che del bambino.
Malasanità nei casi di preeclampsia ed eclampsia
Quando il ginecologo non diagnostica la preeclampsia e non ne prescrive o attua il trattamento o non provvede ad indurre il parto o ad effettuare il parto cesareo, sia la madre che il bambino potrebbero subire lesioni gravi.
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