Decidere di avere un bambino, affrontare la gravidanza, il travaglio ed il parto è un esperienza veramente unica. Durante questo periodo così felice, i genitori sperano che tutto vada nel verso giusto e che il piccolo nasca senza alcun tipo di problema.
Il più delle volte, i bambini nascono in salute e senza alcun tipo di problematica. Ma se qualcosa va storto durante la gestazione, il travaglio ed il parto, le conseguenze possono essere devastanti.
Le mamma non possono essere seguite dal ginecologo 24 ore su 24 durante la gravidanza. Capita quindi frequentemente che le mamme siano sole quando si manifestano i primi segni di malessere del feto.
Con o senza l’assistenza del dottore è importante riconoscere i segni che indicano sofferenza del feto.
Se si verificano determinati segni sono necessarie specifiche azioni.
Spesso l’unico modo per alleviare la sofferenza del bambino è farlo nascere così da eliminare la condizione di emergenza e consentire ai medici di occuparsi direttamente del piccolo. Questa situazione è generalmente accompagnata da un parto cesareo.
Segni di sofferenza fetale
I movimenti del bambino si arrestano o diminuiscono durante la gravidanza
E’ sicuramente un’esperienza magica per la neo-mamma cominciare a sentire i movimenti del bambino all’interno del proprio grembo.
Tuttavia la percezione di un’interruzione dei movimenti del feto è una situazione che richiede l’ intervento di un dottore. I bambini dormono all’interno della pancia della mamma, questo è il modo più semplice per spiegare questo tipo di situazione.
Ma se i movimenti del feto sono differenti dal normale, è necessario consultare il proprio medico per verificare le condizioni di salute del piccolo.
Risultati anomali del profilo biofisico e del non stress test
Il dottore dovrebbe effettuare test non-stressanti (NST), come ad esempio sistemare un nastro sull’ addome della madre per rilevare il cuore del bambino e disporre altri nastri per misurare le contrazioni.
Anche un profilo biofisico (BPP) è un’ esame importante e consigliato. Il BPP è un test multiplo poiché comprende l’ NST, monitoraggio elettronico del cuore del bambino, e un esame fetale con ultrasuoni. Utilizzando gli ultrasuoni è possibile determinare l’indice del liquido amniotico, chiamato anche AFI. L’ AFI si calcola misurando lo spessore del liquido amniotico in quattro sezioni del ventre sommate insieme.
Un valore dell’ AFI compreso tra 9/18 centimetri è considerato normale, 5/8 centimetri è un valore a rischio, inferiore a 5 centimetri è un valore anormale. Un’improvvisa diminuzione del liquido amniotico è considerata un evento anormale, anche se il valore dell’ AFI permane sopra i 5 centimetri.
Con un NST, i medici possono vedere come il ritmo del cuore del bambino cambia con il movimento. La frequenza del cuore del bambino dovrebbe aumentare quando il piccolo si muove o da calci. Normalmente l’ NST è detto “reattivo”, ovvero la frequenza cardiaca aumenta normalmente.
Se l’ NST è “non-reattivo” vuol dire che la frequenza cardiaca del feto non aumenta come dovrebbe. Quando questo succede, dopo aver fatto altri test che confermino la situazione, la madre deve essere ospedalizzata e spesso si programma un parto anticipato.
Il feto è in sofferenza quando non riceve sufficiente ossigeno e questa situazione si può verificare per numerose ragioni, compreso problemi alla placenta o al cordone ombelicale (la placenta porta sangue ricco di ossigeno dalla madre al feto attraverso il cordone ombelicale).
Perdite di sangue vaginali
La perdita di piccole quantità di sangue è un evento frequente durante la gravidanza. Tuttavia il dissanguamento vaginale può indicare che qualcosa nella gravidanza non procede nel verso giusto, si potrebbe essere verificare distaccamento della placenta, errato posizionamento della stessa o di un suo vaso sanguineo.
Il distaccamento della placenta si verifica quando la stessa si allontana dall’utero. A seconda della posizione e della misura del distaccamento, il feto potrebbe cominciare a trovarsi in una fase di sofferenza.
Tuttavia un piccolo distacco può velocemente crescere e causare stress al feto, diventando velocemente un problema molto serio. Di certo un distaccamento della placenta può verificarsi anche senza perdite di sangue vaginali (il sangue può essere trattenuto nell’utero), ma se una madre ha tale sintomo deve recarsi dal suo medico che necessariamente effettuerà i monitoraggi necessari a valutare che il piccolo riceva il giusto apporto di ossigeno.
Il medico dovrebbe fare un test con ultrasuoni per vedere il distaccamento e un controllo della frequenza cardiaca del feto per accertarsi che non sia in sofferenza.
Un distaccamento della placenta così come altre problematiche legate ad essa possono causare emorragie e in ogni caso necessitano di un costante monitoraggio della mamma e del feto, e in molti casi per entrambi si richiede l’ ospedalizzazione.
Crampi addominali
Una sensazione di crampo addominale è relativamente comune durante la gravidanza. Questo avviene perché con il passare del tempo il feto cresce e l’utero ha bisogno di espandersi.
Tuttavia la sensazione di crampi dovrebbe essere discussa quanto primo con i propri medici, soprattutto se la sensazione provoca intenso dolore, per essere sicuri che la gestazione proceda con un corretto sviluppo del piccolo. I crampi possono indicare molte cose, compreso un distaccamento della placenta.
Se la mamma soffre anche di dolore alla schiena la presenza di crampi è sicuramente più intensa. E’ fondamentale quindi che i dottori riconoscano i crampi come un motivo di pericolo, effettuino i test necessari a valutare lo stato di salute della mamma e del piccolo e svolgano tutti gli esami possibili per verificare che non ci sia distaccamento della placenta.
Ipertensione materna
Avere la pressione alta durante la gravidanza è sempre una preoccupazione. Ogni neo-mamma dovrebbe accertarsi di avere la pressione a valori normali prima di decidere di intraprendere una gravidanza, questo perché durante la gestazione l’innalzamento della pressione nella madre è molto probabile, tale situazione è chiamata preeclampsia.
L’altra pressione sanguinea può causare al bambino una mancanza di ossigeno il tutto legato a problemi placentali. Inizialmente infatti i problemi alla placenta possono manifestarsi nella mamma come alta pressione a causa di specifiche sostanza rilasciate nel suo corpo.
In un secondo momento, l’alta pressione associata alla costrizione dei vasi sanguinei, porterà alla diminuzione di flusso nutritivo verso il feto. Le problematiche ai vasi sanguinei possono causare danni alla placenta e i problemi alla placenta possono compromettere i vasi sanguinei.
Quale che sia il meccanismo, c’è una associazione tra l’alta pressione e la riduzione del movimento di ossigeno verso il bambino.
In più nelle donne che soffrono di preeclampsia c’è un’ alto rischio di distaccamento di placenta. Quindi è d’ obbligo che i medici lavorino con la mamma in attesa in modo che sia fatto tutto il possibile per far scendere e mantenere i valori della pressione sanguinea nella norma.
Le neo-mamme affette da preeclampsia devono essere costantemente assistite e i bambini attentamente monitorati.
Aumento di peso
Gli esperti credono che un aumento di peso tra gli 8 Kg e i 17 Kg sia normale durante la gravidanza. Se una mamma aumenta di peso di un valore molto più alto o molto più basso rispetto a quello di riferimento è evidente fin da subito un problema.
Ogni mamma dovrebbe regolarmente effettuare delle visite prenatali, e se si rendesse conto da sola che il suo peso è aumentato troppo o troppo poco dovrebbe ella stessa telefonare al suo medico così da effettuare controlli appropriati e diete opportune.
Il troppo peso è anche associato con il far nascere bambini troppo grandi rispetto allo standard, tale condizione è detta macrosomia. La macrosomia può essere molto pericolosa per il bambino.
Questa situazione è molto rischiosa soprattutto durante il parto, come ad esempio la sproporzione cefalo-pelvica (CPD) ovvero quando il bacino della madre è troppo piccolo rispetto alle dimensioni del bimbo con conseguenti problematiche di parto come la distocia alla spalla, ovvero quando la spalla del bambino resta incastrata sull’osso pelvico della madre durante il parto.
La macrosomia è pericolosa specialmente se il medico è ignaro della situazione. Un medico in questa situazione potrebbe provare il parto naturale ma, quando le cose non vanno come dovrebbero (si presentano di sproporzione cefalo-pelvica e distocia alla spalla), potrebbe usare strumenti ostetrici pericolosi, come il forcipe o la ventosa ostetrica, oppure dare farmaci come l'ossitocina.
Il forcipe e la ventosa possono provocare al piccolo traumi alla testa ed emorragie celebrali e assumere i farmaci come quelli già citati, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanze, può causa contrazioni così forti, lunghe e frequenti da privare il bambino di ossigeno.
La mancanza di ossigeno così come pure le emorragie celebrali possono provocare permanenti danni al cervello e manifestarsi come paralisi celebrale, encefalopatia ipossica ischemica (EII), leucomalacia periventricolare (PVL) e ritardo intellettuale e dello sviluppo.
Quando un bambino è macrosomico, la migliore soluzione è organizzare con la mamma un parto cesareo.
Sofferenza fetale e malasanità
La sofferenza fetale dovrebbe essere prontamente riconosciuta, e le condizioni che l’hanno generata trattate e risolte perché la sofferenza è quasi sempre un indicazione che il piccolo non sta ricevendo sufficiente ossigeno. Spesso ricorrere al parto cesareo è la migliore soluzione quando il bambino è in sofferenza.
Le donne soggette a gravidanze ad alto rischio dovrebbero essere attentamente controllate dai loro medici curanti e anche la salute dei loro bambini dovrebbe essere costantemente osservata.
La mancata osservanza degli standard di cura quando una mamma ha una gravidanza ad alto rischio è da considerarsi negligenza. E’ da considerarsi negligenza anche quando i medici non notano i segni o le indicazioni di malessere del feto.
La sofferenza fetale dovrebbe sempre essere considerata attentamente e se già la mamma soffre di una situazione che potrebbe mettere anche il piccolo in una condizione di pericolo, come la preeclampsia, il medico deve gestire correttamente la situazione ad alto rischio per minimizzare i rischi per il bambino.
Errori nella gestione di fattori di rischio costituiscono una condotta medica censurabile. Se tale condotta comporta lesioni al bambino, si tratta di malasanità.
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