Paraparesi spastica causata da errori medici
La paraparesi spastica può essere la conseguenza di errori commessi in prossimità del parto dal ginecologo e/o dall’ostetrica e/o dal rianimatore e/o dal neonatologo. E’ di importanza cruciale che il medico effettui un monitoraggio molto accurato del bambino e della madre durante il parto, e che tratti correttamente i fattori di rischio come infezioni e complicazioni dovute alla mancanza di ossigeno. Se la paraparesi spastica è stata causata da tali comportamenti negligenti, sia i medici che hanno prestato assistenza al parto che la struttura ospedaliera dovranno risarcire il conseguente danno (patrimoniale e non patrimoniale) subito dal bambino e dalla sua famiglia.
Limite di tempo entro cui è possibile chiedere il risarcimento
La richiesta di risarcimento può essere fatta entro 10 anni dalla data in cui i genitori del danneggiato siano venuti a conoscenza della diagnosi della lesione (encefalopatia ipossico-ischemica o leucomalacia periventricolare o emorragia intracranica) che ha causato la paraparesi spastica.
Chiarimenti terminologici
I termini plegia (paralisi totale) o paresi (paralisi più lieve) vengono utilizzati indifferentemente dalla scienza medica per indicare le medesime condizioni menomative. Nel testo seguente, per comodità, verrà utilizzato soltanto il termine paresi, preceduto dal prefisso “para”, indicante il numero di arti coinvolti.
Definizione
La paraparesi spastica, detta anche diparesi spastica, è una forma di paralisi cerebrale causata da lesioni del sistema piramidale (la parte dell’encefalo adibita al controllo motorio) e caratterizzata da una compromissione di entrambi i lati del corpo con interessamento prevalente degli arti inferiori. La compromissione può variare dal tipo moderato al tipo grave.
La paraparesi spastica è stata la prima forma di paralisi cerebrale ad essere diagnosticata. Nel decennio successivo al 1860, il dottore inglese William Little, fu il primo a pubblicare articoli su bambini affetti da una misteriosa condizione che determinava la rigidità dei loro arti. La condizione venne chiamata per alcuni anni “Sindrome di Little”. Successivamente, la ricerca comprese che tale condizione era la paraparesi spastica, una delle nove forme della paralisi cerebrale.
Sintomi
Gli Individui affetti da paraparesi spastica hanno una caratteristica andatura a gambe “a forbice” (scissor gait). Ciò è dovuto al fatto che, essendo alcuni muscoli delle gambe maggiormente compromessi rispetto ad altri, le ginocchia e i piedi della persona affetta si piegano ad angolazioni anomale. La rigidità dei muscoli dei piedi, inoltre, determina il costante sollevamento dei talloni (equinismo). Sebbene, come detto, la condizione comporti una compromissione maggiore negli arti inferiori, in alcuni soggetti anche le mani possono muoversi in maniera scoordinata. Le persone affette da paraparesi spastica hanno uno sviluppo cognitivo normale e normali capacità di articolazione del linguaggio.
Condizioni associate
L’eccessivo tono muscolare determinato dalla spasticità comporta permanenti difficoltà nell’esecuzione di tutti i movimenti involontari passivi delle gambe. Inoltre, col passar del tempo, la costante spasticità produce dolore, problemi articolari, tendiniti, artriti, l’esaurimento fisico prematuro, contratture, spasmi, deformità delle strutture ossee adiacenti ai muscoli ipertesi. Il soggetto affetto da paraparesi spastica può cominciare a soffrire di forme gravi di artrite e tendinite intorno al 25º anno di età.
Cause
Nei nati prematuri, la paraparesi spastica può svilupparsi a causa di emorragia parenchimale intraventricolare o leucomalacia periventricolare. Nei nati a termine non sono state individuate cause o fattori di rischio specifici e l’eziologia può essere multifattoriale. Le cause comuni di paralisi cerebrale infantile sono le seguenti:
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Encefalopatia ipossico ischemica
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Leucomalacia periventricolare
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Disgenesia cerebrale
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Emorragia intracranica
Fattori di rischio
I fattori di rischio sono le circostanze che aumentano le probabilità di sviluppare una determinata condizione. I più comuni fattori di rischio di paralisi cerebrale infantile sono i seguenti:
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Asfissia
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Infezioni
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Complicazioni durante il parto
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Incompatibilità del tipo sanguigno Rh
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Parto prematuro
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Stile di vita e condizioni di salute dei genitori
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Lesioni encefaliche da trauma
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Patologie della placenta
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Parto gemellare ed uso di farmaci per l’infertilità
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Restrizione della crescita intrauterina
Età e diagnosi
La maggior parte dei casi di paraparesi spastica sono diagnosticati prima del terzo anno di vita del bambino. I primi segni di paralisi cerebrale sono il ritardo nel raggiungere determinate tappe dello sviluppo come la capacità di stare seduti o di rimanere in posizione eretta. Altri segni sono l’eccesso o il difetto di tono muscolare, rispettivamente denominati ipertonia e ipotonia. In alcuni casi, il bambino può apparire eccessivamente rilassato per poi acquisire, normalmente intorno tra il secondo e il terzo mese di vita, una crescente rigidità muscolare.
Trattamenti per la paraparesi spastica
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Fisioterapia – è il trattamento standard utilizzato per tutti i soggetti affetti da paralisi cerebrale. La fisioterapia, da un lato, evita che i muscoli affetti da spasticità divengano contratti e, dall’altro, rafforza con i muscoli che invece diventerebbero troppo deboli a causa del mancato utilizzo. Esistono differenti metodi di fisioterapia utilizzati per la paraparesi spastica.
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Farmaci – Il trattamento farmacologico è, essenzialmente, volto alla riduzione della tensione muscolare. I farmaci più comunemente utilizzati sono Baclofen e suoi derivati ed antispasmodici per il rilassamento muscolare, come il Botox.
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Interventi di chirurgia ortopedica – Sono volti a rilassare i muscoli ipertonici. Hanno, normalmente, un’efficacia temporanea perché la fonte della spasticità non sono i muscoli ma i nervi. I sintomi della spasticità, quindi, possono ricomparire nell’arco di un anno dall’intervento chirurgico.
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Rizotomia selettiva dorsale – un’intervento di neurochirurgica volto ad interrompere le terminazioni nervose che dal midollo spinale giungono ai muscoli interessati dalla spasticità, convertendo la paralisi cerebrale spastica in paralisi cerebrale flaccida. Successivamente all’intervento il paziente deve sottoporsi ad una lunga riabilitazione volta rafforzare i muscoli fortemente indeboliti in seguito alla perdita della spasticità. La rizotomia dorsale selettiva non è un metodo di guarigione della spasticità ma una soluzione per alleviare, attraverso la riduzione del tono muscolare, i forti dolori causati dagli spasmi e dalle contratture che caratterizzano la spasticità stessa.
Paraparesi spastica causata da negligenza medica
La paraaparesi spastica può essere riconducibile a diverse cause, come infezioni, privazione di ossigeno, prolasso del cordone ombelicale e traumi causati dall’uso del forcipe e della ventosa. E’ fondamentale che il medico effettui un monitoraggio molto accurato del bambino e della madre durante il travaglio ed il parto, e che tratti correttamente i fattori di rischio, come infezioni o complicazioni dovute alla mancanza di ossigeno, che possano determinare la paraparesi spastica. In caso di errori nel monitoraggio del feto, di errori nel trattare eventuali fattori di rischio o di mancato rispetto delle linee guida, il medico è negligente. Se la paraparesi spastica è stata causata da negligenza, sia i medici che hanno prestato assistenza al parto che la struttura ospedaliera dovranno risarcire il conseguente danno (patrimoniale e non patrimoniale) subito dal bambino e dalla sua famiglia.
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