Paralisi cerebrale spastica: cosa è? Quando è causata da errori medici?

Cos'è la PCI Spastica?

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La paralisi cerebrale “spastica” rappresenta il tipo più comune di paralisi cerebrale: circa l’80% dei casi di paralisi cerebrale sono di tipo spastico.

La paralisi cerebrale spastica è causata da una lesione encefalica verificatasi nel bambino prima, durante o entro i tre anni successivi al parto. La lesione encefalica che determina lesione-pci-spasticala paralisi cerebrale spastica interessa il sistema piramidale, cioè le aree dell’encefalo dalle quali partono gli impulsi che stimolano il movimento muscolare.

In mancanza di tali impulsi i muscoli cominciano ad irrigidirsi dopo un breve periodo di paralisi dovuta ad ipotonia (diminuzione del tono muscolare).

Sebbene la paralisi cerebrale spastica abbia origine da una lesione dell’encefalo, essa ha riflessi ortopedici e neuromuscolari, interessando la colonna vertebrale e determinando scoliosi e contratture. Per correggere le malformazioni ortopediche determinate dalla paralisi cerebrale spastica sono spesso necessari interventi chirurgici.

Paralisi cerebrale spastica ed errori medici

La paralisi cerebrale spastica può essere riconducibile ad esposizione a tossine (birilubina in eccesso / ittero non trattato), lesioni encefaliche da trauma causato da forcipe o ventosa ostetrica, encefalite, meningite, leucomalacia periventricolare, encefalopatia ipossico ischemica, emorragie intraventricolari, infezioni della mamma durante la gravidanza (streptococco del gruppo B, corioamniotite, herpes simplex).

In caso di errori nel monitoraggio del feto o di errori nel trattare eventuali fattori di rischio, il medico è negligente. Sono ipotesi di negligenza anche il mancato rispetto delle linee guida e la mancata esecuzione in maniera corretta e tempestiva di tutto quanto necessario per evitare il verificarsi di lesioni del neonato.

Se la paralisi cerebrale infantile è stata causata da tali comportamenti negligenti, sia i medici che hanno prestato assistenza al parto che la struttura ospedaliera dovranno risarcire il conseguente danno (patrimoniale e non patrimoniale) subito dal bambino e dalla sua famiglia.

Danni risarcibili in caso di lesioni cerebrali permanenti

Se, a causa di negligenza medica, il tuo bambino ha subito una lesione cerebrale di tipo permanente per cui ora è affetto da paralisi cerebrale spastica, saranno risarcibili i seguenti danni:

  • Danno alla salute del bambino: in considerazione del fatto che i bambini affetti da lesioni cerebrali permanenti hanno gradi di invalidità elevatissimi, il danno avrà spesso un importo vicino o pari al massimo liquidabile in base alle tabelle sul risarcimento del danno
  • Danno alla salute dei genitori: il danno alla salute subito da genitori comprende il danno psico-fisico ed alla vita di relazione, il pregiudizio alla carriera professionale e il danno alla sfera sessuale (rifiuto psicologico alla procreazione)
  • Danno economico del bambino (perdita della capacità di produrre reddito): si tratta della perdita della capacità di produrre reddito da parte del soggetto affetto dalla condizione menomativa. L’importo di tale danno sarà pari alla retribuzione che il soggetto avrebbe potuto percepire nel corso della sua vita lavorativa se non fosse stato affetto dalla lesione
  • Danno economico dei genitori (spese future per la cura ed assistenza del figlio): si tratta delle spese per cure ed assistenza che la famiglia del bambino dovrà sostenere durante tutta la vita del bambino. Tale danno raggiunge importi spesso maggiori della somma dei danni alla salute e del danno economico del bambino.
  • Danno morale del bambino e danno alla vita di relazione del bambino e dei genitori

Sintomi

La paralisi cerebrale spastica è caratterizzata da aumento del tono muscolare (ipertonia). I muscoli sono continuamente contratti e gli arti sono di conseguenza rigidi e resistenti alla flessione ed al rilassamento. I riflessi possono essere esagerati, mentre i movimenti tendono ad essere a scatti e scomposti. Spesso sono affette le braccia e le gambe. La lingua, la bocca e la faringe possono essere interessate, con conseguenze quali difficoltà di articolazione del linguaggio, difficoltà di masticazione, di respirazione e di deglutizione.

Lo stress sul corpo creato dalla spasticità può comportare condizioni associate come lussazione dell’anca, scoliosi e deformità degli arti. In particolare, desta preoccupazione la contrattura, una contrazione costante dei muscoli che provoca dolorose deformità articolari.

Fattori di rischio

I Fattori di rischio sono situazioni di fatto che aumentano la probabilità che si sviluppi una determinata condizione. Il riconoscimento dell’esistenza di uno o più fattori di rischio può consentire, quindi, l’adozione di tutte le misure necessarie al fine di minimizzare il rischio stresso. I fattori di rischio di paralisi cerebrale spastica includono:

  • Incompatibilità di tipo sanguigno tra madre feto
  • Esposizione a sostanze chimiche tossiche durante la gravidanza
  • Infezioni durante la gravidanza, quali rosolia, herpes, citomegalovirus e toxoplasmosi
  • Anomalie della tiroide, convulsioni
  • Complicazioni durante il parto o il travaglio
  • Feto in posizione podalica all’inizio del travaglio
  • Parto prematuro
  • Basso peso corporeo alla nascita
  • Basso punteggio Apgar
  • Ittero non trattato
  • Episodi convulsivi durante l’infanzia
  • Fattori genetici

Tipi di paralisi cerebrale spastica

La paralisi cerebrale spastica può essere classificata in diversi tipi a seconda del numero di arti coinvolti dalla condizione menomativa:

  • Diparesi/diplegia spastica o paraparesi/paraplegia spastica: è caratterizzata dal coinvolgimento quasi esclusivodiparesi-paraparesi-spastica degli arti inferiori. Molti pazienti con questa condizione sono in grado di camminare, ma con una caratteristica andatura a gambe “a forbice”. Circa il 70-80% dei casi di paralisi cerebrale spastica riguardano esclusivamente le estremità inferiori. L’andatura con le gambe “a forbice” deriva dal fatto che i muscoli che vengono utilizzati per portare le gambe verso il centro del corpo sono più tesi rispetto a quelli utilizzati per distendere le gambe. I bambini con diplegia spastica spesso soffrono di problemi di dislocamento dell’anca. Molti bambini sono affetti da strabismo e/o hanno difficoltà a vedere in lontananza.
  • Emiparesi/emiplegia spastica: questo tipo di paralisi cerebrale spastica interessa braccia e gambe di uno dei due lati del corpo. Le lesioni del lato sinistro dell’encefalo interessano il lato destro del corpo e viceversa. È il tipo di paralisi cerebrale spastica che consente al soggetto affetto le maggiori capacità deambulatorie. L’andatura del soggetto, claudicante a causa della flessione del piede verso il basso (equinismo), può essere migliorata attraverso l’uso di un rinforzo per il piede dell’arto affetto.
  • Triparesi spastica: è caratterizzata dall’interessamento di tre estremità del corpo. Potrebbe quindi trattarsi di entrambe le braccia e di una gamba o di entrambe le gambe e di un braccio o di un arto inferiore, di uno superiore e della faccia. L’estremità non compromessa varia a seconda dell’area dell’encefalo interessata dalla lesione.
  • Monoparesi spastica: solo un arto è effetto da spasticità e paralisi.
  • Tetraparesi/tetraplegia spastica: è una delle forme più severe di paralisi cerebrale in quanto la spasticità e la paralisi interessano tutte e quattro le estremità. I soggetti affetti da tale tipo di condizione hanno scarse probabilità di essere in grado di camminare, spesso sono soggetti a crisi epilettiche ed affetti da ritardo mentale. A causa della costante tensione dei muscoli e delle articolazioni, il soggetto affetto da quadriplegia spastica soffre frequentemente, a cominciare dai 20-30 anni di età, di artriti e tendiniti.
  • Tipi misti: i tipi misti di paralisi cerebrale sono piuttosto diffusi. Il soggetto, in aggiunta rispetto a variazioni di sintomi tipici della paralisi cerebrale non spastica, può manifestare sintomi propri di ogni forma di paralisi cerebrale spasticatipi-di-paralisi-spastica

Diagnosi

La diagnosi di paralisi cerebrale spastica avviene, normalmente, prima del secondo anno di età del bambino. Nei casi moderati, lo specialista potrebbe non riuscire a diagnosticare la condizione prima del quarto o quinto anno di età del bambino. Il soggetto affetto da tetraparesi spastica ha maggiori probabilità di raggiungere un certo livello di indipendenza motoria se la diagnosi viene effettuata presto. Alcuni tipi di paralisi cerebrale spastica possono presentarsi come disordini metabolici. È necessario, quindi, effettuare esami adeguati al fine di escludere fattori metabolici.

La diagnosi di paralisi cerebrale spastica viene normalmente effettuata con esami per immagini quali:

Ultrasuoni

Gli ultrasuoni costituiscono il metodo diagnostico meno invasivo. Tuttavia, non sono in grado di individuare cambiamenti nella sostanza bianca dell’encefalo. Per questa ragione, non possono essere considerati il metodo diagnostico più accurato.

TAC

La TAC (tomografia assiale computerizzata), sfrutta i raggi x per generare immagini che consentono allo specialista di individuare il danno presente nell’encefalo del paziente.

Risonanza magnetica

La risonanza magnetica combina l’uso di onde radio, campi magnetici e computer al fine di creare un’immagine dell’encefalo del paziente. Tale immagine è più dettagliata di quella ottenuta attraverso la TAC. Ciò rende la risonanza magnetica l’esame più appropriato al fine di diagnosticare la paralisi cerebrale.

Attraverso la TAC e la RMN è possibile individuare lesioni encefaliche anche molto piccole. Tuttavia, abbastanza frequentemente, sia la TAC che la risonanza magnetica possono risultare negative nonostante la presenza di espliciti segni di ordine neurologico. Di conseguenza, è sempre necessaria una valutazione clinica che, se effettuata da persone di esperienza, può essere la sola in grado di evidenziare una condizione di sofferenza del SNC e di valutarne la gravita’ ed approssimativamente anche la prognosi (previsione del probabile andamento della malattia).

 

Condizioni associate

la paralisi cerebrale spastica può determinare altre condizioni, quali:

  • Scialorrea (eccessiva salivazione con perdita di saliva dalla bocca)
  • Incontinenza
  • Compromissioni del linguaggio, della vista e dell’udito
  • Lento o anormale sviluppo fisico
  • Deformità della spina dorsale, quali, ad esempio, la scoliosi
  • Convulsioni
  • Ritardo mentale
  • Disturbi sensoriali

 

Trattamento

Non esiste un trattamento in grado di curare la paralisi cerebrale spastica. Le diverse tipologie di trattamenti disponibili sono finalizzate a massimizzare l’indipendenza motoria del paziente. A seconda del grado di gravità della paralisi cerebrale spastica e del trattamento posto in essere, il paziente può acquistare un livello di mobilità tale da consentirgli di vivere indipendentemente durante una parte della sua vita da adulto.

Opzioni di trattamento per la paralisi cerebrale spastica

  • Supporti meccanici, come stampelle e sedia a rotelle
  • Supporti per la comunicazione come computers o sintetizzatori vocali
  • Terapia del linguaggio
  • Fisioterapia e terapia occupazionale
  • Terapia comportamentale
  • Terapia familiare
  • Farmaci volti alla riduzione degli episodi convulsivi e degli spasmi muscolari, antidolorifici
  • Interventi chirurgici, come la rizotomia dorsale selettiva

Rizotomia Dorsale Selettiva

Rizotomia-Dorsale-Selettiva

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